martedì 11 giugno 2013

Ragazzo da parete

Buongiorno! Finito lo stage ho finalmente del tempo in più per dedicarmi alla lettura e quindi eccoci qua ad una nuova recensione, quella di "Ragazzo da parete". Se seguite questo blog dall'inizio vi ricorderete del primo post della rubrica "the lost titles"(potete trovarlo qui). A quel tempo non avevo letto il libro, ovviamente, e già non mi piaceva l'adattamento italiano, tanto meno l'ultimo "noi siamo infinito". E dopo aver letto il libro, sinceramente, lo odio ancora di più perché con la storia c'entra veramente poco.



Titolo: Ragazzo da parete
Autore: Stephen Chbosky
Titolo originale: The perks of being a wallflower
Editore: Frassinelli (collana Strade)
Prezzo: 16.00 €
Pagine: 271

T R A M A

Fra un tema su Kerouac e uno sul "Giovane Holden", tra una citazione da "L'attimo fuggente" e una canzone degli Smiths, scorrono i giorni di un adolescente per niente ordinario. L'ingresso nelle scuole superiori lo lancia in un vortice di prime volte: la prima festa, la prima rissa, il primo amore - per la bellissima ragazza con gli occhi verdi che quando lo guarda fa tremare il mondo. Il primo bacio, e lei gli dice: per te sono troppo grande, però possiamo essere amici. Per compensare, Charlie trova una che non gli piace e parla troppo: a sedici anni fa il primo sesso, e non sa neanche perché. Allora lui, più portato alla riflessione che all'azione, affida emozioni, trasgressioni e turbamenti a una lunga serie di lettere indirizzate a un amico, al quale racconta ciò che vive, che sente, che ha intorno. Dotato di un'innata gentilezza d'animo e di un dono speciale per la poesia, il ragazzo è il confidente perfetto di tutti, quello che non dimentica mai un compleanno, quello che non tradisce mai e poi mai un segreto. Peccato che quello più grande, fosco e lontano, sia nascosto proprio dentro di lui.

"Non so se hai mai desiderato addormentarti, per svegliarti solo mille anni dopo. Non so se hai mai pensato che vorresti non essere al mondo; o non renderti conto di essere vivo. O qualcosa del genere.
Credo che sia un'idea morbosa, ma è esattamente così che succede a me, in questi momenti".

R E C E N S I O N E


E' il classico libro che potrei leggere tutto d'un fiato, in un giorno solo e che anche se sembra un libro da niente in realtà ti insegna molto.
La trama, sinceramente, non credo che riesca a cogliere a pieno quello che è questo libro.
Raccoglie tutta una vasta gamma di emozioni che arriverebbero a chiunque, perché chiunque ne ha provata almeno una. Racconta dell'amore adolescenziale, delle paure dei giovani, dei loro errori, dei loro sogni, della vita che a volte non è giusta ma che a volte sa anche come farti un regalo.
Charlie è un ragazzino disagiato, uno di quelli che ha difficoltà nell'aprirsi e nel farsi amici (e sinceramente mi ci rivedo molto per questo). Oserei dire che è affetto da una lieve forma di autismo, chi ha letto il libro capirà perché lo dico, ma più che altro affetto da animo sensibile. E dico "affetto" perché questa estrema sensibilità attecchisce il protagonista in più punti, e non solo nella sua accezione negativa.
Charlie è un ragazzo molto empatico, dall'intelligenza spiccata anche se a volte può sembrare il contrario.
Ho trovato curiosa la forma epistolare del romanzo perché non me l'aspettavo affatto. Ma è stata una sorpresa piacevole.
La cerchia di amici in cui si ritrova Charlie è una fra le più variegate che si possano scegliere: c'è la ragazza carina che tutti credono stupida ed egocentrica ma che in realtà ha solo bisogno d'amore, la ragazza segretamente appassionata di film, il ragazzo gay che tutti vorrebbero per amico, la ragazza più carina della scuola che di convenzionale non ha niente e così via. A volte questi amici sono la sua salvezza, a volte sono invece coloro che gli arrecano dolore. Coloro che lo spingono su una strada non proprio raccomandabile.
Fra alcol, sigarette e droghe Charlie inizia a farsi uno spazio in questo gruppo assortito di persone, quasi senza rendersene conto.
Charlie, in fondo, è solo un ragazzino confuso che si lascia un po' trasportare dagli altri.
E' uno che ha paura. Ed è uno che ci sente molto in colpa, che crede di avere qualcosa di sbagliato e si affanna per trovarlo. E' quello che piange per sua zia Helen, per il suo amico che si è suicidato un anno prima, per i suoi amici che lo lasciano solo, per i suoi amici che lo accolgono nel loro gruppo e per mille altre cose.
Fra attacchi di panico e crisi a limite dell'isteria impariamo a capire che Charlie non è quello che chiameremmo un ragazzo "normale" ma che allo stesso tempo è la persona più comune che abbiamo mai incontrato. Perché tutti ritrovano sicuramente un lato di loro in questo ragazzo speciale ed io personalmente l'ho trovato molto affine alla mia persona sotto molti aspetti. Forse è per questo che mi è piaciuto tanto.
Quindi il mio voto finale è stato 5/5.


Qualche speculazione (allerta spoiler!) Chi credete che fosse l'amico anonimo a cui ha sempre scritto Charlie?
Molti affermano che sia se stesso ed io personalmente concordo ma non condivido la motivazione scatenante di quest'affermazione.
Dicono che sia Charlie stesso perché nella prima lettera Charlie scrive a questa persona dicendogli che lo fa perché "non è andato a letto con lei, anche se avrebbe potuto" ed in seguito è quello che accade fra lui e Sam. Ma il punto è questo: Charlie scrive la sua lettera nel 1991 e tra lui e Sam succede quel che succede solo nel 1992. Non essendo un fantasy in cui si viaggia nel tempo ho i miei dubbi che sia andata così XD
Quindi credo che ci resterà sempre il dubbio.


♥ Bea

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